Rientrano probabilmente in questa casistica le trasmissioni delle cosiddette stazioni numeriche meglio note tra gli addetti come numbers station.
Cosa sono le numbers station? Wikipedia fornisce una buona descrizione, con cenni storici e dettagli tecnici, da cui mi limito ad estrarre questa definizione: "Con il termine di numbers station o number station si intendono stazioni radio in onde corte di origine sconosciuta. Generalmente le trasmissioni contengono una voce che legge sequenze di numeri, parole o lettere [...]".
Si ritiene ed è generalmente accettato che le numbers station svolgano un ruolo di comunicazione cifrata per i servizi d'informazione o ambasciate dei diversi governi, laddove evidentemente il contenuto dei messaggi debba rimanere segreto per tutti tranne che per l'emittente ed il destinatario delle informazioni in essi contenute.
Ci si chiederà allora come mai venga utilizzata, per trasmettere tali messaggi, una tecnologia così semplice e tutto sommato vecchia, come le onde radio. E come mai non si faccia apparentemente nulla per evitare che le trasmissioni possano essere intercettate, tant'è che possono tranquillamente essere ricevute con una normalissima radio portatile ad onde corte che ciascuno di noi può avere in casa (sicuramente l'avranno avuta i nostri genitori o i nostri nonni). La mia risposta alla prima domanda è che le onde radio non richiedono complesse infrastrutture per poter essere utilizzate. E' questo il motivo per cui rimangono tutt'ora un mezzo trasmissivo di fondamentale importanza per le comunicazioni a medio raggio, nelle emergenze ed in tutte quelle situazioni - come ad esempio nelle emergenze - in cui la rapidità e semplicità dell'installazione è fondamentale. Per mettere in piedi una numbers station potrebbe bastare un ricetrasmettitore del costo di poche migliaia di euro, un'antenna dalle dimensioni tutto sommato contenute e poco altro materiale, il che permetterebbe ad una ipotetica stazione anche di cambiare frequentemente la sua posizione geografica. L'utilizzo delle onde corte poi, per le caratteristiche della loro propagazione a mezzo di riflessione ionosferica, consentono di raggiungere potenzialmente grandi distanze anche con l'impiego di potenze relativamente modeste.
In fondo è il paradosso di questa tecnologia ormai più che centenaria; quello di conservare, al tempo di Internet e delle comunicazioni digitali, una notevolissima importanza strategica (di cui riparleremo a proposito delle stazioni in VLF, Very Low Frequencies), oltre ad un innegabile fascino, con angoli che ancora oggi conservano un alone di mistero.
Per quanto riguarda la seconda domanda (come mai apparentemente le numbers station non si curano di poter essere intercettate) ha secondo me una risposta simile alla prima, nel senso che paradossalmente proprio la semplicità di una radiodiffusione circolare (cioè non verso una singola direzione preferenziale) rappresenta un primo ostacolo per chi volesse cercare di identificare la sorgente ed il destinatario delle trasmissioni.
Nondimeno negli anni si è venuto formando un vero e proprio club di appassionati, dediti alla ricerca, alla classificazione e - possibilmente - all'identificazione di queste particolari stazioni. Sono di conseguenza nati anche numerosi siti web che si occupano in modo sistematico ed approfondito delle numbers station e tra questi voglio qui segnalare il famoso sito Enigma2000 (credo che ogni riferimento alla celeberrima macchina ENIGMA dei tedeschi nella seconda guerra mondiale sia puramente volontario).
Chiudo con un esempio di come possa "apparire" all'orecchio la trasmissione di una tipica numbers station. Quella che potete ascoltare in questo audioclip è la stazione nota come S6, detta anche The Russian Man, ascoltata il 11 Aprile 2013 alle ore 00.41 sulla frequenza di 5918 kHz mediante una normalissima radio portatile Tecsun PL-600.
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