Non se ne può più di leggere pagine e pagine, interviste di "esperti" di ogni sorta, sproloqui politici, post nei blog e sui social network e chi più ne ha più ne metta sui particolari - possibilmente torbidi - della vita del co-pilota tedesco dello sfortunato volo Germanwings, precipitato nelle Alpi Francesi lo scorso 24 Marzo. A nemmeno una settimana dalla tragedia, nessuno spende più una parola per le vittime del disastro aereo (in tutto 150); le cui vite spezzate - che continueremo serenamente ad ignorare - sono state destinate da subito a confondersi in un semplice numero, divenuto ormai quasi un punteggio. Così come nessuno sembra provare un minimo di pietà per i familiari di Andreas Lubitz, sospettato di aver causato volontariamente l'incidente, divenuto rapidamente l'oggetto della morbosa attenzione dei media e del loro vasto pubblico, sempre avido di soluzioni semplici e di colpevoli da vivisezionare. Qui in Italia un quotidiano - se così lo si può chiamare - nei giorni scorsi ha avuto la brillante idea di titolare a tutta pagina "Schettinen", accomunando così in un'unica battuta di triste umorismo - uno sfottò che a qualcuno dev'essere parso geniale o almeno spiritoso - due tragedie recenti e le sofferenze che hanno causato in tante famiglie innocenti. Chapeau.
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